INIZIATIVE

CON I MAGI IN CAMMINO VERSO BETLEMME

Figure di primo piano nel presepe, i Re Magi corrono il rischio di ricoprire solo un ruolo di presenza, seppure importante, nella sacra rappresentazione del Santo Natale. In realtà, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre – questi i nomi dati loro dalla tradizione – hanno molto da dire a noi oggi e possono rappresentare un importante itinerario e modello di fede, di conversione e di crescita spirituale.

Il cammino dei Magi verso Betlemme è stato il filo rosso che ha guidato la giornata del ciclo VIENI E VEDI, ESPERIENZE DI INCONTRO CON GESU’ SALVATORE, vissuta dalla Comunità Abbà al PIME di Milano il 13 dicembre  scorso, come momento di preparazione al Santo Natale.

C’è solo una dinamica per incontrare Gesù bambino e accoglierlo: cercarlo, mettersi in gioco, mettersi in cammino.

Il Natale è l’inizio del cammino di fede, un inizio che si rinnova continuamente, ogni anno. Dopo il Natale, il cammino continuerà, questa volta dietro Gesù, e in questo cammino l’esperienza dei Magi ha molto da insegnarci.

Nonostante tutto ciò che con la loro sapienza e scienza avevano trovato, i Magi non erano appagati, continuavano a cercare a scrutare il Cielo alla ricerca di un segno, di una luce! E hanno così compreso con chiarezza chi cercavano: cercavano Colui che era nato, il Re dei Giudei. E hanno visto la stella, la luce della Verità, verso cui si sono messi in cammino.

Non s’incontra Gesù nato a Betlemme per caso, ma solo se lo si cerca. Solo se cerchiamo il Salvatore incontreremo l’Emmanuele, il Dio con noi, per adorarlo! I Magi sono partiti, dice il Vangelo, per adorare Colui che era nato tra gli uomini.

Il cammino verso la grotta di Betlemme implica, tuttavia, lasciare qualcosa, lasciare qualcuno e decidere d’intraprendere il viaggio verso Gesù che nasce e che vuole nascere nel cuore dell’uomo.

I Magi hanno lasciato le loro dimore, sicurezze umane, si sono dimenticati di loro stessi; come anche i pastori, che hanno lasciato le loro greggi per andare alla grotta e finalmente incontrare e adorare quel Re, che da quel momento avrebbe regnato nei loro cuori portandoli poi, completamente rinnovati, ad intraprendere un nuovo viaggio, a seguire altre vie. Non prima però di lasciare ai piedi del piccolo Gesù i loro doni più preziosi.

Questo il vissuto di una partecipata e intensa giornata che ha ripercorso il cammino dei Magi in un clima di preghiera, canto, silenzio, lode, per culminare nella adorazione davanti a Gesù Eucarestia, lasciando ai suoi piedi come dono il nostro ringraziamento e la nostra lode, il desiderio di perdonare e di essere perdonati e la nostra povertà e incapacità e la nostra attesa di potercela fare da soli.

Il pranzo comune e la condivisione pomeridiana sono diventati così agape fraterna, motivo di gioia, auspicio di speranza, occasione di scambio del dono più prezioso: una esperienza viva di incontro con Gesù, Signore e Salvatore.

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La lotta al male e alle passioni

Praticamente tutte le riflessioni e le predicazioni di p. Giuseppe, oltre che una serie di corsi di
spiritualità, contengono stimoli e strumenti finalizzati a:
• favorire la conoscenza di sé
• ingaggiare la lotta al male che c’è in noi e alle nostre passioni
La conoscenza di sé, derivante dal confronto con la Parola di Dio e dalla direzione spirituale e
sostenuta dallo Spirito Santo, progressivamente ci fa prendere consapevolezza dei nostri limiti,
delle nostre paure, delle nostre fragilità/debolezze, che a questo punto possiamo con fiducia
presentare a Gesù affinché vengano sanate.
La lotta al male e alle passioni è stato un punto fondamentale dell’insegnamento di p. Giuseppe, perché sono l’ostacolo concreto e reale tra noi e la salvezza e ci impediscono di affidarci totalmente all’amore di Dio e alla sua provvidenza.
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Araldo del Vangelo

Innamorato della Parola di Dio e della persona di Gesù Cristo, p. Giuseppe si è fatto araldo di questa parola che risuonava nella sua anima come Via, Verità e Vita. All’annuncio della Parola, attraverso la predicazione, gli incontri di spiritualità, la preghiera e, infine, con la fondazione della Comunità Abbà, p. Giuseppe ha dedicato la vita.
Ascoltare le sue predicazioni e le sue meditazioni ha significato per ognuno di noi sentire il Vangelo prendere vita nei nostri cuori e il desiderio di trasmettere a nostra volta la bellezza di ciò che ascoltavamo, che ha riempito il nostro cuore di gioia e che ha dato alla nostra vita un senso autentico!

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Accogliere la Salvezza

Intimamente connesso all’amore per Cristo, per tutta la sua attività pastorale, con particolare intensità negli ultimi anni della sua vita terrena, per p. Giuseppe c’è stato lo sforzo costante di cercare di aiutare quanti si rivolgevano a lui, o ascoltavano le sue predicazioni, a comprendere che cosa impedisce di accogliere concretamente la salvezza che Gesù ha portato.
Credenti, che nonostante la frequentazione dei sacramenti, la preghiera, i pellegrinaggi, la devozione non riescono a vivere nella gioia e nell’amore e nella libertà dei figli di Dio, non riescono ad accogliere se stessi e gli altri, non riescono a vincere il proprio carattere e le proprie inclinazioni naturali, non riescono a perdonare e a perdonarsi, non riescono a distaccarsi dalle cose materiali e dalle suggestioni di questo mondo.