RIFLESSIONI

Meditazioni sugli Atti degli Apostoli

P. Guido Bendinelli OP Pasqua 2022
Mercoledì III Pasqua

Atti, 8, 1-8

In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme e tutti, ad eccezione degli apostoli, furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samaria.
Persone pie seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. Saulo intanto infuriava contro la Chiesa ed entrando nelle case prendeva uomini e donne e li faceva mettere in prigione.
Quelli però che erano stati dispersi andavano per il paese e diffondevano la parola di Dio.
Filippo, sceso in una città della Samaria, cominciò a predicare loro il Cristo. E le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Filippo sentendolo parlare e vedendo i miracoli che egli compiva. Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida e molti paralitici e storpi furono risanati. E vi fu grande gioia in quella città. “

Oggi vale la pena sostare su questa pagina degli Atti, in cui viene sancita una grande verità: la persecuzione e la conseguente dispersione dei discepoli è l’evento non voluto che però favorisce una vera e propria esplosione missionaria.
La dura realtà subìta e non scelta, è il luogo in cui la vita della comunità conosce una straordinaria efflorescenza.
La lapidazione di Stefano ha prodotto un incrudelimento degli Ebrei nei confronti della Chiesa, costretta, soprattutto nella componente ellenistica, a dovere abbandonare Gerusalemme; ma questa dispersione ha significato la diffusione della parola nelle regioni limitrofe e poi, progressivamente, sino agli estremi confini della terra.
Concretamente è Filippo a iniziare questa missione, prima nella Samaria e poi Gaza, Azoto e Cesarea, ossia nelle città della costa mediterranea, a cui farà seguito Pietro e poi Paolo dopo la conversione.
I percorsi di Dio, specie quelli decisivi sono anche quelli più tortuosi, frutto più delle necessità del momento, che di una vera programmazione; più guidati dalla sapiente mano dello Spirito, che dalla inventiva degli uomini; soprattutto sono i sentieri bagnati e resi fecondi dal sangue dei martiri.
Noi non dobbiamo inventarci il martirio o essere alla ricerca della persecuzione, ma accettare la chiamata di Dio nella situazione di vita in cui siamo posti, nella certezza che lì Dio ci vuole suoi testimoni e lì ci vuole portatori della sua parola di grazia.

Il messaggio odierno ci pone in guardia da una vita intesa come evasione dalle nostre responsabilità e fuga nelle illusioni di un mondo in cui porci al riparo dei rovesci della vita.
È facile che quando questo si verifica, Dio venga a stanarci proprio là dove ci siamo rifugiati, per gettarci nella mischia, proprio là dove non avremmo mai avuto intenzione di finire!
La vera vita cristiana inizia nel momento in cui non sei più tu a guidare, ma è un altro, il Signore ad assumere i comandi per imprimere all’esistenza le svolte che lui ritiene.

Soltanto a queste condizioni il discepolo giunge alla meta che Dio esige, perché non è stato lui a programmare e prevedere, ma Dio stesso ha compiuto tutto ciò.
È soltanto perché si è torchiati, che si riesce a spremere da se stessi il vino dell’amore, al posto del fiele del nostro egoismo.
E non si pensi a un messaggio che annichilisce e opprime la persona; è un messaggio di gioia e speranza, perché soltanto in questo sì nasce la pace del cuore e la capacità di trasformare anche il nostro presente.
Come Maria, assieme ai discepoli espulsi da Gerusalemme e ai santi martiri, diciamo il nostro SI’, unica via per cambiare il mondo.

Santa giornata a tutti nella preghiera per la pace in Ucraina.

GUIDO

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La lotta al male e alle passioni

Praticamente tutte le riflessioni e le predicazioni di p. Giuseppe, oltre che una serie di corsi di
spiritualità, contengono stimoli e strumenti finalizzati a:
• favorire la conoscenza di sé
• ingaggiare la lotta al male che c’è in noi e alle nostre passioni
La conoscenza di sé, derivante dal confronto con la Parola di Dio e dalla direzione spirituale e
sostenuta dallo Spirito Santo, progressivamente ci fa prendere consapevolezza dei nostri limiti,
delle nostre paure, delle nostre fragilità/debolezze, che a questo punto possiamo con fiducia
presentare a Gesù affinché vengano sanate.
La lotta al male e alle passioni è stato un punto fondamentale dell’insegnamento di p. Giuseppe, perché sono l’ostacolo concreto e reale tra noi e la salvezza e ci impediscono di affidarci totalmente all’amore di Dio e alla sua provvidenza.
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Araldo del Vangelo

Innamorato della Parola di Dio e della persona di Gesù Cristo, p. Giuseppe si è fatto araldo di questa parola che risuonava nella sua anima come Via, Verità e Vita. All’annuncio della Parola, attraverso la predicazione, gli incontri di spiritualità, la preghiera e, infine, con la fondazione della Comunità Abbà, p. Giuseppe ha dedicato la vita.
Ascoltare le sue predicazioni e le sue meditazioni ha significato per ognuno di noi sentire il Vangelo prendere vita nei nostri cuori e il desiderio di trasmettere a nostra volta la bellezza di ciò che ascoltavamo, che ha riempito il nostro cuore di gioia e che ha dato alla nostra vita un senso autentico!

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Accogliere la Salvezza

Intimamente connesso all’amore per Cristo, per tutta la sua attività pastorale, con particolare intensità negli ultimi anni della sua vita terrena, per p. Giuseppe c’è stato lo sforzo costante di cercare di aiutare quanti si rivolgevano a lui, o ascoltavano le sue predicazioni, a comprendere che cosa impedisce di accogliere concretamente la salvezza che Gesù ha portato.
Credenti, che nonostante la frequentazione dei sacramenti, la preghiera, i pellegrinaggi, la devozione non riescono a vivere nella gioia e nell’amore e nella libertà dei figli di Dio, non riescono ad accogliere se stessi e gli altri, non riescono a vincere il proprio carattere e le proprie inclinazioni naturali, non riescono a perdonare e a perdonarsi, non riescono a distaccarsi dalle cose materiali e dalle suggestioni di questo mondo.