Questa mattina andando a messa pensavo tra me e me come in fondo anche nel mio cammino umano e di fede tutto si ripeta: i peccati, i cattivi comportamenti, le tante parole e i pochi fatti. Così le letture di oggi (nb Dom 15/5) e in particolare l’annuncio dell’Apocalisse: “Io faccio nuove tutte le cose” mi sono sembrate quasi una provocazione. Ma come, Signore, dove sono le cose nuove? Sembra la richiesta un po’ ingenua di Filippo a Gesù: “Mostraci il Padre”, a cui Gesù risponde: “Sono stato con voi per tanto tempo e non mi conosci ancora?”. E’ vero, quanto poco conosco l’agire di Dio, il suo amore, di cui ci parla oggi il Vangelo: “vi do un comandamento nuovo, (…) come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. L’amore che Gesù ci chiede non è il nostro (amarsi come noi stessi, diceva l’AT), ma è quello di Dio e, come tale, per noi è nuovo. E la novità la vedo anche sotto un altro aspetto che si ricollega all’Apocalisse: “io faccio nuove tutte le cose”. L’amore vero, quello divino, è una forza di cambiamento, che apre nuovi cammini e nuove prospettive. E’ un’energia impetuosa che ci strappa dalla prigione del passato, dal suo peso gravoso sulle nostre spalle, da quel senso di frustrazione e impotenza con cui ero entrato in chiesa dicendomi che nulla cambia e che io non cambierò mai. No, in Dio le cose cambiano, il presente si dilata in un futuro diverso, questo è possibile. Certo, qui ci scontriamo con il mistero dell’agire di Dio che non si rende mai visibile, così come egli stesso è invisibile. E’ come quando da bambini ci si addormentava nella notte di Natale con la trepidazione di vedere il giorno dopo i regali impacchettati sotto l’albero, il fascino e il timore di quella presenza che entrava furtiva nella casa, durante il nostro sonno, e lasciava nei doni il segno del suo passaggio. L’agire di Dio lo si vede soltanto dopo, dai suoi effetti, quando già ha agito e tutto è compiuto. Allo steso modo non ci accorgiamo di quello che Dio sta compiendo in noi. E’ come la piantina di basilico che qualche giorno fa ho messo sul terrazzo: se la guardo ogni mattina mi sembra uguale e immobile, ma se ritorno dopo una settimana mi accorgo che in realtà è cresciuta, e un giorno spunterà anche il fiore. Ma va accudita, bagnata, cimata, con la stessa cura con cui Dio ci accudisce ogni giorno nel suo amore, senza che noi neppure ce ne accorgiamo. Solo l’amore, mi rendo conto, mi può cambiare, mi apre una strada, mi annuncia con l’Apocalisse: “le cose di prima sono passate, (:) io faccio nuove tutte le cose”. Grazie, allora, Signore e perdona la mia incredulità.
Antonio Buozzi